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Aprilia Tuono V4 R ABS vs BMW S 1000 R

Faccia a faccia tra le migliori rappresentanti del segmento streetfighter: Aprilia e BMW interpretano il concetto modo solo apparentemente simile. In realtà una è più dedicata alla strada, l’altra è una sportiva vera. Le abbiamo provate a Misano

Vai a capire il mercato delle moto: in un momento in cui pare che sia solo la moto piccola e utile a funzionare nelle concessionarie, le aziende che fanno? Sfornano le moto più “ignoranti” del mondo. Il 2014, infatti, è l’anno delle maxi naked farcite di cavalli, piene zeppe di elettronica, sconsideratamente veloci, soprattutto se pensiamo che non hanno uno straccio di carena. Moto di cui in questi momenti sarebbe fin troppo facile prospettare un flop commerciale. Invece? Invece, pur con numeri piccoli, queste moto piacciono, la loro ignoranza attira, il corredo tecnologico conquista e così, inaspettatamente, vendono. Ma attenzione, perché anche nel segmento delle nude, le proposte non sono tutte uguali. Parlando delle ultime arrivate, ci sono le naked “native” come KTM 1290 Super Duke o Ducati Monster 1200 e 821, e le Streetfighter, le moto “nude” che nascono direttamente da una sportiva, da cui prendono telaio e motore opportunamente adattati (a volte nemmeno tanto…) per il nuovo utilizzo.Questo particolare segmento fa storia a sé: non sono molte le moto che vi appartengono, quasi tutte (non tutte perchè c’è stata qualche Streetfighter che non è riuscita con il buco…) però sono capaci di conquistare il rider perché derivano direttamente da una sportiva, con i vantaggi che ne conseguono sotto il profilo dell’efficacia di guida. Il fenomeno streetfighter si deve soprattutto a francesi e tedeschi, che da tempo immemore montano manubri larghi sulle loro sportive per andare all’assalto di passi e curve stradali senza spezzarsi la schiena.Poi, un giorno, a qualcuno (un progettista di origine tedesca, guarda caso) in Aprilia è venuto in mente che la stessa ricetta si poteva applicare anche a una moto di serie. A Noale presero una RSV 1000, la spogliarono, montarono un manubrio largo e nacque la Tuono. Non era la moto più bella del mondo da vedere, ma guidarla lasciava stregati. Il mix tra la ciclistica efficace di una sportiva, una posizione d guida a busto eretto e il manubrio largo era micidiale, efficacissima. In Italia non riscosse particolare successo- all’estero andò molto meglio – perché non era una moto bellissima, ma chi ne ha guidata una non l’ha ancora dimenticata. Efficacissima su strada,  perfino diabolica in pista, ha dato i natali al segmento delle streetfighter di serie, che poi si è popolato di modelli come la Triumph Street Triple, la Benelli TNT o, ultima in ordine di tempo, la BMW S 1000 R.A Monaco, in effetti, hanno applicato alla perfezione la ricetta streetfighter, partendo dalla S 1000 RR e compiendo la medesima operazione che Aprilia fece anni fa con la Tuono, nel frattempo diventata V4 come la sportiva da cui deriva oggi. Ci sono alcuni punti importanti che distinguono una vera streetfighter da una naked “normale”, per quanto potente e sportiva. Non solo motore e ciclistica derivano strettamente da una sportiva, ma se ci fate caso, le vere streetfighter hanno lo sterzo “libero”. I cupolini, più o meno belli da vedere, inglobano infatti sia i fari sia la strumentazione e sono fissati direttamente al telaio, liberando lo sterzo dal peso, proprio come accade sulle supersportive, e avvicinando quindi le reazioni di queste moto a quelle delle racer vere e proprie, con cui condividono anche alcune caratteristiche (o difetti) come il raggio di sterzo molto, troppo ridotto.Non è un caso  che siano proprio le streetfighter le nude più efficaci da usare in pista, da sempre. Tuono e S 1000 R rappresentano al momento quanto di meglio può offrire il mercato delle “fighter”. Entrambe quattro cilindri, entrambe con una dotazione elettronica da fare impallidire una superbike – la S 1000 R può vantare anche (optional) le sospensioni semiattive DDC- puntano tutto sull’efficacia ciclistica e sulle prestazioni pure offerte dai loro motori, addolciti sì ma mica troppo. Sulla S 1000 R il “taglio” della potenza è stato più drastico che sulla Tuono: il quattro cilindri tedesco perde 30 cv (nominali…) rispetto a quello della S 1000 RR ma a guadagnarne è stata l’erogazione del motore, ora incredibilmente cattiva fin dai bassi regimi. La Tuono, invece, sembra spalmare di più la potenza lungo tutto l’arco di erogazione, caratteristica tipica del suo V4.Le due moto hanno molti punti in comune, ma provandole si capisce come i costruttori abbiano imboccato strade differenti. La BMW ha un motore che, pur ridimensionato quanto a potenza pura, mantiene l’indole furiosa del quattro cilindri da cui deriva, dimostrando tra l’altro all’atto pratico di averne più di quanto dichiarato. Tuttavia, la S 1000 R il suo meglio lo dà su strada, perché ha una posizione comoda con la sella bassa e le pedane non troppo arretrate. In sella si sta un po’ “lunghi” perché il manubrio non è particolarmente vicino alla sella: ciò porta il busto a inclinarsi in avanti per andarlo a raggiungere.Una posizione perfetta nella guida su strada, un po’ meno in quella in pista, dove la seduta bassa e le pedane avanzate non consentono di spingere con le gambe come si vorrebbe, così che si finisce per scivolare indietro (la sella è piuttosto lunga) ed essere un po’ “appesi”, tirando il manubrio anche senza volerlo. La BMW riesce comunque a trasmettere un ottimo feeling, anche grazie alla gestione eccellente dell’acceleratore, ottimo nella prima parte della corsa e privo di risposte brusche. Cosa che  non si può dire dei freni, che si sono rivelati troppo aggressivi nell’attacco. Nulla da dire, invece, anzi solo lodi per ABS e controllo di trazione, che abbiamo trovato ottimi sia in strada sia in pista, dove non li abbiamo mai disattivati nonostante non usassimo gomme in mescola ma le ottime Pirelli Diablo Rosso Corsa (in comune per le due moto). E il DDC? Valido perché consente di adattare l’assetto alle varie situazioni in un click (sul manubrio), passando dal morbido al rigido in pochi secondi. Più che reali vantaggi nella guida sportiva diciamo che è comodo e non presenta punti deboli.La BMW è dunque indubbiamente sportiva ma al cospetto della Tuono V4R pare una moto prettamente stradale. Motore a parte, l’Aprilia è  decisamente più aggressiva quanto ad assetto e posizione di guida. La sella è altissima, il manubrio basso e “sotto” al pilota, le pedane alte e arretrate; le sospensioni, pur se con nuove tarature rispetto al passato (la prima Tuono era rigida come una panchina), restano molto sostenute di assetto, il che su strada si fa sentire negativamente ma in pista offre notevoli vantaggi. La Tuono è più rigorosa nel chiudere la linea e più aggressiva nel raggiungere la corda: in poche parole è davvero una sportiva senza compromessi, senza carena e con il manubrio largo. Una moto che ha la grande capacità di coinvolgere i sensi del pilota non solo con l’efficacia di guida ma anche con il sound che il V4 erutta dallo scarico e che manda in solluchero chi ha la fortuna di guidarla.Data per scontata la protezione dall’aria pressoché inesistente (come per BMW), su strada occorre essere disposti a soffrire un po’ di più che con la S 1000 R: è il prezzo da pagare per ottenere una maggiore efficacia in pista, dove però ci piacerebbe un impianto frenante un po’ più grintoso. Scendendo dalla BMW (che però ha freni decisamente aggressivi) e salendo sulla Aprilia si ha l’impressione che la Tuono fatichi un po’ a fermarsi nelle staccate più impegnative, richiedendo una maggiore forza applicata al comando. L’elettronica, invece, è da 10 e lode: perfetto il traction control (regolabile anche “al volo” mentre si guida), perfetto l’ABS, perfetto anche l’anti Wheeling, tutti sistemi che intervengono sempre nel modo meno invasivo possibile e soprattutto solo quando serve. Da segnalare soltanto che in qualche frangente, quando si riprende in mano il gas, la risposta è un po’ più brusca di quella della BMW.La scelta può cadere su una o sull’altra, indipendentemente dalla cifra richiesta per l’acquisto (nettamente più cara l’Aprilia con 16.230 euro contro i 12.900 della BMW “base”, che con 14.700 euro resta più economica anche in configurazione full optional), in funzione di come e dove vorrete utilizzare la moto. Fate il vostro gioco, e con queste moto, ve lo assicuriamo, giocare è bellissimo.

 

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